...Benvenuti cari lettori, conosciuti e sconosciuti, di passaggio o appassionati, a cui auguro qui e ora, di trovare un piccolo granello da aggiungere al proprio mappamondo.

venerdì 25 marzo 2011

Carlos Castaneda: la conoscenza silenziosa



Se mi chiedete cos'è il silenzio io precisamente non lo so.

Il silenzio è un pieno di vuoto per una persona che parla tanto
E' un vuoto pieno per una persona che non ama il rumore delle parole

In ogni caso, il silenzio è una bella sfida per la mente, che sa tutto, guarda caso..tranne che ascoltare, silenziosa, senza giudicare ciò che percepisce.
Senza fare nulla. Così com'è.

"Che brutto tempo oggi eh...!""Che ore sono..?" "Hai una sigaretta..?" "Beh, che si fa..?"
Ognuno di noi avrà sperimentato quelle pause silenziose, che nel mezzo della comunicazione creano un panichetto generalizzato come se... senza suono, non ci fosse suono alcuno.
E quel vuoto, di solito non ci piace molto.
Questo perchè non siamo stati educati ad ascoltare il silenzio, come un altro suono, piacevole, senza strani mostri che escono dall'armadio, ma come una fonte di creatività e/o pausa che riconcilia la fatica del corpo e della mente.

Ultimamente m'è capitato tra le mani un articolo di Carlos Castaneda, intitolato, "Carlos Castaneda: la conoscenza silenziosa".
Dopo aver letto per molti anni Jodorowsky, la Psicomagia e la Danza
della realtà
, Hellinger con Le costellazioni familiari, Jung con L'uomo e i suoi simboli, e Ricordi Sogni e Riflessioni, m'è rimasto difficile ultimamente e quasi fastidioso, comprendere qual'è quel ponte e quel confine che per alcuni autori lega la psiche, la mente...ad una dimensione superiore, l'Oltre, livello extra per alcuni, che però non sia chiamato semplicemente spiritualità. Ma Meta-fisica.
Perchè l'OLTRE, non riguarda la fede, ma un nuovo modo di percepire e vedere la realtà. Non sopra, ma Meta. Non aldilà, ma qui e ora.

Insomma, quest'oltre dove sta? Sembra che risieda, o comunque "passi" anche per il silenzio interiore, dove si esprime quell'energia vitale che è legata alla Conosapevolezza...al Respiro..cioè alla Vita.
Io sinceramente ancora non lo so, e il silenzio certe volte lo comprendo e mi piace, certe volte non lo capisco e proprio non mi piace.
Ma questa lettura della "Conoscenza silenziosa" di Castaneda, la vorrei accogliere, in silenzio, senza giudizio, proprio perchè ho allontanato per tanto tempo, le visioni mistiche di questo e quello, tranne quella di qualcuno che mi dicesse di rimanere ..zitta.(!)

Carlos Castaneda, nel suo libro "Tensegrità" racconta l'episodio in cui, avendo ottenuto il silenzio interiore, per la prima volta riuscì a "vedere", e la cosa che più lo sconvolse dell'episodio fu non tanto la visione di un paesaggio mai visto, di animali preistorici, di suoni ancestrali che riuscì a percepire in mezzo al traffico di Los Angeles, ma il fatto che in qualche modo queste cose le aveva percepite anche prima, da sempre:

"Nel paesaggio allucinato e selvaggio di un Messico antico e immutabile, fra le reminiscenze delle civiltà autoctone più remote, si placa il rumore della vita quotidiana, si dissolvono le preoccupazioni, gli affanni, le paure: si afferma, quindi, per regnare incontrastato, il silenzio interiore. Diviene così possibile attingere ad arcane energie, forze recondite dello spirito che la razionalità del moderno mondo occidentale ha soffocato, dimenticato, perduto."
Leggendo questi versi,per quanto lo sciamanesimo non sia proprio nei mie echi culturali, quello che mi è venuto da pensare è:
Siamo in grado di accogliere il silenzio oggi?
Che cosa ci dice con il suo codice, con la sua frequenza?

Se facciamo un piccolo esercizio di auto-osservazione, vedremo come per ognuno di noi sarà diverso, perchè porterà con se :
memorie arcaiche, codici-frequenze di vissuti che non riguardano probabilmente il qui e ora, immagini, oppure come nel sogno, anche suoni, profumi, odori, tutto ciò che riguarda il campo percettivo-emotivo, dell'Immaginario.

Se vinciamo quel primo ostacolo, che è la paura di sentirci, e ci lasceremo guidare dal silenzio interiore con fiducia nell'ignoto e nello sconosciuto, probabilmente questo stesso ci aprirà la porta ad un mondo pieno di "suoni", del Sè, che sono vitali e ricchi di potenzialità e di archetipi da ascoltare e integrare.

Tanto spesso sono questi suoni, arcaici, interiori, che ci conducono nella vita pratica, a prendere una strada invece di un'altra, a iniziare un progetto ad occhi chiusi, a lanciarci in nuove avventure, o a continuare a costruire nonostante gli scarsi risultati presenti perchè senti nel sottosuolo dell'inconoscio che.. "un motivo sotto sotto, c'è".
Sarà anche importante ricordarsi di discernere quello che è un eco del passato, dal suono del silenzio saggio. Poichè il primo ti può far cadere nella fissazioni tipo disco fisso che gira, di una mente che apparentemente sta quieta, e internamente rimugina giudicando tutto ciò che prova, proprio perchè non riesce a farlo suo
...mentre l'altro messaggio quello del Sè, è pronto a dar vita ad energie sotterranee latenti, potenti...e quello è l'ascolto di un silenzio creativo, dinamico, che ti fa fare cose nuove, in maniera nuova, in cui la percezione di se stessi (e dell'altro), è più larga e leggera.


Il primo tipo di silenzio chiude.
Il secondo apre...
Il primo attappa, ed è rumore.
Il secondo è Ascolto, è accogliente, e si concilia molto spesso con la musica...





Secondo Castaneda e lo sciamanesimo uno dei più potenti strumenti per raggiungere il silenzio interiore è il tamburo. Con il battito mono-tono e continuato il cervello comincia a rallentare la sua attività, i pensieri vengono rapidamente messi da parte per lasciare spazio alla conoscenza non-verbale. In questo caso
il passaggio dal dialogo interiore, cioè da quella serie di pensieri che continuamente sovraffollano la mente, ed il silenzio diventa graduale, la continuità del tamburo inoltre permette di ritornare alla quiete in ogni momento, anche se il dialogo è per qualche istante ritornato.

Il primo tamburo è il cuore. Batte e scandisce il ritmo della vita.
Il primo grande tamburo è però la Terra: ci si cammina e risuona con la nostra vita e la nostra energia. La percussione del passo sul terreno, anche involontaria, è il primo atto musicale, insieme al respiro e al suono del corpo e della voce.
Che sia un buon momento per iniziare a sentire il proprio suono o il suono della Terra? E a suonare alla stessa frequenza?
E se proprio non troviamo lo spazio e il tempo di farlo da svegli, si può fare sempre nei sogni.

3 commenti:

  1. Buon giorno! Bello questo articolo. Castaneda è una delle mie letture preferite. Peck riteneva le opere di Castaneda, trattati nei quali il tema della psicoterapia viene trattata al più alto livello. Ho letto tutti i libri di Castaneda e nel "potere del silenzio" spiega bene questa pratica che è alla base della meditazione. Meditare fa bene anzi dovrebbe essere necessario proprio per noi occidentali per scaricare tensioni e bombardamenti di informazioni ai quali siamo sottoposti. Buona giornata!

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  2. "Sè mi chiedete cos'è il silenzio io vi dico che non lo sò!"
    Quanta sapienza si cela dietro quest'ignoranza apparente!
    Il silenzio e quello che più cerco in ogni dove, come una perla preziosa, come il mio tesoro più grande, come il desiderio più agognato...Silenzio mio adorato dove mai sarai?
    Lunga vita e prosperità Idearmonica.

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  3. C'è un regalo per te sul peccato veniale

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