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sabato 14 agosto 2010

La sessualità e l'amore

L’amore può essere espresso sia fisicamente che spiritualmente e una forma non elimina l’altra.
In un individuo non nevrotico, la spiritualità contribuisce alla sessualità e viceversa.
Ma allora da dove nasce la frustrazione nella vita sessuale?
Spesso non deriva dalla mancanza di occasioni di esperienze, ma da un’incapacità di ottenere la felicità e l’appagamento che l’amore sessuale promette.
W. Reich descrisse bene il concetto per cui la struttura caratteriale di una persona è funzionalmente identica al suo atteggiamento fisico, il quale dovrà essere preso in considerazione per capire i disturbi della personalità e della funzione sessuale.
La repressione di un desiderio o l’inibizione di un atto sono sempre associate a certe modificazioni fisiche che distorcono la forma e la motilità del corpo in modo caratteristico.
Per esempio una persona che non riesce ad esprimere il pianto, con la gola contratta e la mascella cronicamente serrata, può rivelare nel corso di una terapia che il suo impulso a succhiare (soddisfazione orale) è stato gravemente inibito.
L’incapacità di esprimere i propri sentimenti può essere strettamente collegata all’impossibilità provata nell’infanzia di affermare i propri bisogni di fronte alla madre.
Oppure una persona che non riesce a stare “sui propri talloni” e che può cadere all’indietro con una lieve spinta, può riflettere l’incapacità di resistere alle pressioni altrui e alle proposte aggressive dell’uno o dell’altro sesso.

Il corpo cioè è un terreno comune dove si incontrano il sesso e la personalità, e ogni disturbo del corpo si riflette ugualmente sulla personalità e sulla funzione sessuale.
Da un punto di vista fisico sono molti i fattori che determinano la risposta sessuale di una persona:
- La sua vitalità (le condizioni di fatica e gli stati di esaurimento diminuiscono considerevolmente i desideri sessuali di un individuo. Le persone fisicamente stanche possono manifestare un desiderio sessuale apparentemente forte, tuttavia la scarsità d’energia riduce in misura notevole l’intensità della risposta finale. Molti non si rendono conto del loro scarso potenziale di energia, poiché passano da stati di euforia e stati di depressione, ignorando il rapporto esistente tra stati psichici e la stanchezza cronica che è alla base.)
- La motilità fisica (la rigidità del collo, caviglie, ginocchia, anche , collo), o l’esagerata motilità (“avere poca spina dorsale”), rappresentano blocchi nell’espressione dei sentimenti o condizione patologiche a livello di personalità (ego debole e uno scarso senso della propria individualità).

La personalità e la sessualità sono cioè condizionate dalle funzioni del corpo e in quest’epoca “sofisticata”, uno dei maggiori limiti è quello di compiere l’atto sessuale come un’esibizione. La prestazione così ha un carattere coattivo, fondato sul bisogno d’impressionare se stessi e gli altri con la propria bravura amatoria, e include in sé la paura del fallimento.
Quando questa prigione viene ridotta o eliminata con una terapia analitica, emergono i veri sentimenti dell’individuo, che spesso si cela dietro ad un ego mascolino (gonfio il petto e sviluppo i muscoli) che non è altro che la difesa nei confronti del bambino che è nel suo profondo.

Ma se un individuo non compie più l’atto sessuale come un’esibizione per sé o per il partner come può fallire?

Spesso dietro la paura del fallimento, si nascondono ansietà, ostilità e sensi di colpa, che derivano dalla proiezione sul partner degli stessi sentimenti di ostilità/dipendenza verso la propria madre.
Se la Madre è nell’immaginario del bambino la “mamma buona”, fallire nella prestazione sessuale, significa poter realizzare finalmente il complesso di edipico e permettersi di superare il tabù dell’incesto, che è una tappa fondamentale affinchè si maturi la sessualità completa e integrata nell’adulto. Ben venga il fallimento allora, che si scoprirà essere una forma di auto-giudizio, auto-valutazione rispetto all’imprinting del dover “essere un bravo bambino” a tutti i costi.
Concedersi la possibilità di sbagliare, di fallire, di perdere…significa integrarsi in una sfera adulta dove l’amore non è più percepito come una relazione simbiotica del bambino che obbedisce al genitore, ma che si realizza nella Persona Adulta autonoma, con la sua personalità indipendente dal giudizio (onnipotente) del genitore che teme.
Il fatto è che la sessualità non ha bisogno di giustificazioni.
E’ una funzione biologica alimentata dal piacere e dal soddisfacimento che procura. L’uomo è un mammifero placentale: se non riesce ad accettare la propria natura animale come parte del suo retaggio biologico, lotterà per forza con il senso di colpa e la vergogna originati dalla sua sessualità.
Il fatto peculiare è che l’amore accresce la tensione dell’attrazione sessuale, perché la percezione della distanza, che definisce le differenze e ne accentua individualità (siamo in una relazione adulta di due persone definite), intensifica la consapevolezza della persona amata.
In mancanza di tendenze dissociative che spezzino l’unità della personalità, più spiritualità significa più sessualità. L’amore soddisfatto biologicamente non è illusorio. E’ profondo perché è stato messo alla prova di fronte alla realtà e rafforzato dal piacere. E' vasto perchè i buoni sentimenti si estendono a  tutto il  mondo. Il contatto è caldo e il corpo e il cuore non tradiscono.

Tratto da "Amore e Orgasmo" di Alexander Lowen.

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